martedì 20 ottobre 2015

Programma attività e corsi autunno-inverno 2015

...con il mese di novembre riprende l'attività                                didattica del giardino.

Sul sito www.bonsaimonforte.it troverete maggiori     informazioni sulle nostre proposte didattiche..

Qui di seguito le date degli eventi in programma

                                       

Novembre
Martedi 3  Serata di lavoro. Ritrovo in giardino ore 8.30 inizio lavori ore 21.00

Martedi 10 Serata di lavoro. Ritrovo in giardino ore 8.30 inizio lavori ore 21.00

Domenica 15 Giornata di lavoro. Workshop a tema libero con l'istruttore Nicola "Kitora" Crivelli.

martedi 17  serata di lavoro. Ritrovo in giardino ore 8.30 inizio lavori ore 21.00

martedi 24  serata di lavoro. Ritrovo in giardino ore 8.30 inizio lavori ore 21.00


Dicembre

Martedi 1  serata di lavoro. Ritrovo in giardino ore 8.30 inizio lavori ore 21.00

Martedi 15  serata di lavoro. Ritrovo in giardino ore 8.30 inizio lavori ore 21.00

Domenica 20 Giornata di lavoro a partire dalle ore 9.00

Martedi 22 serata di lavoro. Ritrovo in giardino ore 8.30 inizio lavori ore 21.00

Martedi 29  serata di lavoro. Ritrovo in giardino ore 8.30 inizio lavori ore 21.00


domenica 9 agosto 2015

Quattro stagioni nel tokonoma

Presento qui di seguito alcuni allestimenti del tokonoma che hanno accompagnato l'attivita' del giardino negli ultimi 2 anni.



Novembre 2013
Pino mugo.
 Questo pino in cascata viene presentato nel tokonoma al fine di poterlo osservare al meglio in vista di una sua imminente lavorazione.




Martedi 31 Dicembre 2013

Pinus pentaphylla e muschio.

Calligrafia, opera di Beppe Mokuza Signoritti  "un giorno senza lavorare, un giorno senza mangiare"





Lunedi 20 Gennaio 2014
Serata di lavoro...pausa per il the!...nel tokonoma un acero palmato. Appeso alla parete un 'opera di Beppe mokuza Signoritti raffigurante tre chawan (tradizionale ciotola usata per la cerimonia del the), che rappresentano simbolicamente i tre tesori dello zen, buddha, dharma e sangha.




Venerdi 24 Gennaio 2014
olmo campestre.
In lontananza il monte fuji ancora innevato è avvolto dalle nuvole e l'aria fredda cinge i rami spogli del vecchio olmo.




Lunedi 17 Febbraio 2014
Tokonoma allestito in occasione della serata di lavoro. Pietra rappresentante una figura umana con bamboo nano e dipinto giapponese raffigurante un ramo di pruno fiorito.



Lunedi 19 Maggio 2014
Ortensia.
Finalmente è arriva la bella stagione...



Martedi 3 Giugno 2014
Pino silvestre...in lontananza le nebbie e la rugiada mattutina sulle pendici della montagna.


 

Estate 2014
Composizioni di erbacee perenni (kusamono) 


 






Domenica 26 Ottobre 2014
Corylopsis nella veste autunnale.
Tokonoma di benvenuto per l'inizio delle serate di lavoro.



Lunedi 1 Dicembre 2014
Tokonoma ripostiglio!!
....quando lo spazio non è mai abbastanza :)





Mercoledi 31 Dicembre 2014
Pino nero doppio tronco madre e figlio...tokonoma beneaugurante di fine anno....



Domenica 25 Gennaio 2015
Ceppaia di Pino Cembro. Fuori le temperature sono ancora basse, la montagna si staglia austera all'orizzonte  al di la del boschetto e la piccola capanna offre un riparo dai rigori dell'inverno.




Montagna, opera di Beppe Mokuza Signoritti



Martedi 24 Febbraio 2015
In occasione della serata "vasi e vasai "con Igor Carino, il tokonoma è stato allestito con due vasi antichi ed un kakegiku raffigurante un ramo di prunus fiorito.






Mercoledi 4 Marzo
I volteggi dei passeroti annunciano l'imminente arrivo della bella stagione con il timido schiudersi dei fiori del Corylopsis




Martedi 17 Marzo 2015
Ginepro e boschetto di Carpini. Silenziosamente la natura riprende il suo corso dopo la pausa invernale...in pianura come in alta montagna.



Domenica 29 Marzo 2015
In occasione della giornata di lavoro preparo questo allestimento con una pietra montagna vista in lontananza e la calligrafia che dice "nuvola bianca"



Domenica 7 Giugno 2015
Acero palmato.



I
shizuki di Simone Alesso ristrutturato in occasione della giornata di lavoro presso il mio giardino.
...la cascata d'acqua (opera di Fabio Perissinotto) offre un po' di refrigerio all'omino rappresentato dal tempai e al ginepro aggrappato alle pendici scoscese della montagna.






Giovedi 16 Luglio 2015
Imponente ginepro stagliato su un monte Fuji rappresentato con linee semplici ed essenziali...
allestimento preparato in occasione della visita al giardino dell'estate bimbi di monforte.
 



























Pi

domenica 22 febbraio 2015

La grande quercia

 La storia di questo yamadori inizia  .. anni fa quando il proprietario della pianta , mentre era alla ricerca di buoni materiali da “ bonsaizzare” ebbe la fortuna di trovare questo gioiello proprio lungo la strada che stava percorrendo ai margini del bosco. E dico fortuna non solo par la bellezza del materiale! Infatti, al momento in cui fu trovata, viveva adagiata su di una lastra di pietra con poca terra attorno alle radici e questa pietra a sua volta si trovava in posizione rialzata rispetto al livello della strada!
Infatti , per raccoglierla bastò tagliare qualche radice che scappava dal pane di terra e, dopo aver fatto retromarcia vicino al rialzo su cui si trovava la pianta , fu sufficiente tirarla all’ interno del bagagliaio…..! Certamente non capita tutti i giorni di raccogliere  yamadori di questo tipo con una tale facilità!
Arrivata a casa, la pianta fu piantata in una cassetta di legno costruita su misura per l’attecchimento e i vari tronchi furono accorciati.
Dopo qualche anno dall’attecchimento, e dopo averle dato un’impostazione di massima con alcuni interventi di potatura, la grande quercia fu rinvasata, ma, non avendo trovato un vaso adatto alla sua stazza, fu posta su di una losa, senza potare o ripulire la radici dalla terra vecchia.
Qui ci rimase per qualche anno ancora sino a quando Nico, il proprietario della pianta, mi chiese di procurargli  un vaso adatto in cui poterla rinvasare, chiedendomi anche di aiutarlo nell’ esecuzione del lavoro, operazione non poco impegnativa.
Inutile dire che accettai la sua richiesta e, dopo aver trovato un vaso della giusta stazza in cui alloggiare la pianta mi recai da lui per dare il via ai lavori.
                                                              




                                                              
                                                                  

Foto 1, 2  Ecco come si presentava la grande quercia  dopo   anni dalla sua raccolta. In occasione del suo primo rinvaso,  venne sistemata su di una losa che , in quel momento, fu l’unica sistemazione possibile. Durante l’estate precedente, la quercia fu abbondantemente concimata utilizzando soprattutto dello stallatico di quello che si trova comunemente nei consorzi agrari al fine di mettere la pianta in forza per sopportare potatura e rinvaso.
                                                                




Foto 3 Come prima operazione fu necessario togliere le foglie che ancora erano rimaste attaccate ai rami al fine di scoprire la ramificazione. Fatto questo, s’inizia a potare. La chioma, pur essendo abbastanza definita nella struttura di base, ha bisogno di essere riequilibrata, riordinata e in alcuni punti sfoltita.
                                                                  




Foto 4 questo palco deve essere potato.
                                                                 




 Foto 5 Dopo la potatura. Poiché il ramo si presenta abbastanza ben formato e equilibrato ci limitiamo ad accorciare i rami troppo lunghi, a  togliere polloni nati all’ ascella dei rami e tutti quei rametti indesiderati che crescono verso il basso o verso l’alto e non utili al disegno del palco. Ora la struttura si presenta più ordinata e definita.
                                                                





Foto 6 In questo caso il palco ha bisogno di un intervento più rilevante.
                                                                 



 
Foto 7 Si fa pulizia sul palco e si lasciano solo le ramificazioni utili.
                                                                    




Foto 8 Si accorcia questo ramo che essendo troppo vigoroso, si è eccessivamente ingrossato. Questo non sarebbe successo se la sua crescita fosse stata contenuta durante il periodo vegetativo con adeguate, pizzicature del germoglio, quando ancora era piccolo.
                                                                   




Foto 9 Il ramo potato. La quercia, ha la tendenza naturale a perdere talvolta rami interi o parti di ramo senza un particolare motivo, ma ha anche la capacità di rivegetare abbondantemente anche sul tronco nel caso in cui si eseguano potature drastiche. Si è quindi potato drasticamente nell’attesa che spuntino nuovi germogli lungo la ramificazione principale al fine di poter, in futuro, creare una ramificazione più piena con diramazioni più coniche ed equilibrate.
                                                                 




Foto 10 Questo è l’apice del tronco principale prima della potatura.
                                                                   



 
Foto 11 Sull’ apice lo scopo della potatura continua ad essere lo stesso…. Si tolgono i rami indesiderati che creano confusione, si accorciano di più i rametti vigorosi a destra mentre si pota meno nelle zone più deboli… ora il superfluo è stato tolto.
                                                                    




Foto 12 Da un’osservazione più attenta dell’armonia d’insieme dei tronchi, notiamo che uno di questi che si protende verso sinistra, è di troppo. Questo, infatti, nasce sulla stessa linea di un altro tronco che è meglio visibile dal fronte e che copre quasi totalmente il tronco in questione. Si decide di tagliarlo.
                                 
                                   




Foto 13 Questa è la quercia alla fine dei lavori di potatura. In futuro si potrebbe valutare se eliminare il tronco in basso a sinistra poiché è molto più dritto e rigido degli altri ed eventualmente accorciare il secondo tronco che si incontra venendo verso destra ma per ora decidiamo di fermarci qui.
                                                                   





Foto 14 Si parte con il rinvaso. Questa operazione richiederà molto tempo perché attorno alle radici c’è ancora la terra originale del bosco in cui la pianta viveva . Sino ad ora questa pianta è sempre rimasta appoggiata su di una lastra di pietra dove non ha mai avuto problemi di salute alle radici ma, dovendola inserire in un contenitore, se questa terra non fosse completamente rimossa inizierebbero i problemi. Messo all’interno del vaso, infatti, l’evaporazione dell’acqua diminuisce drasticamente e con l’effetto spugna della terra di campo, l’acqua in eccesso trattenuta potrebbe causare asfissia alle radici con conseguenti marciumi.
Questo effetto spugna, (che per le piante in vaso è dannoso) è invece ciò che mantiene in vita le piante sugli ishizuki dove, l’uso del keto (terriccio fangoso molto compatto) assicura una ritenzione idrica sufficiente in condizioni di evaporazione molto elevata.
                                                               





Foto 15 Mentre si puliscono le radici, troviamo il fittone della pianta molto grosso e alto. E' necessario eliminarlo nel punto indicato dal bastoncino.
                                                                  





Foto 16 Dopo aver verificato che da questo fittone non si diramano radici importanti per la sopravvivenza della pianta si procede al taglio.
                                                                  





Foto 17 Si procede infine al lavaggio delle radici per eliminare le ultime tracce di terra vecchia. Dopo il lavaggio possiamo ammirare un apparato radicale sano, ben ramificato con presenza di abbondanti capillari, riflesso del buono stato di salute sulla chioma.
                                                                





Foto 18 Il vaso preparato con lo strato di drenaggio e i fili di ancoraggio. Il terriccio che sarà usato per il rinvaso è composto di lapillo di diverse granulometrie, pomice, kiriu e akadama in parti uguali.
                                                               





Foto 19 La posa in vaso. La pianta viene legata e fermata nella posizione corretta.
                                                                






Foto 20 e 21 Ormai è quasi notte quando finiamo i lavori e per gli ultimi due scatti è necessario usare il flash. Nelle foto è possibile vedere il fronte e il lato sinistro della pianta nel suo nuovo aspetto.


 E’ difficile definire il carattere di questa pianta perché, pur essendo una caducifoglia con tronchi eleganti e slanciati riuniti a formare una ceppaia (carattere gyo) presenta anche una base robusta e tozza e una corteccia che evidenzia l’età della pianta (carattere shin).  Con il lavoro presentato in queste pagine, speriamo di aver raggiunto l’armonia tra questi due caratteri e di aver posto le basi per la creazione di un “grande”bonsai e non solo per la sua stazza.

venerdì 23 gennaio 2015

Buergeriano che passione....


Passo per passo la creazione di un boschetto....




 Questi sono i materiali di partenza. Le piante più grandi sono piccole ceppaie ottenute da talea con il metodo della tavoletta forata (metodo di cui si è già ampiamente parlato su varie riviste di bonsai). Queste sono state preparate circa dieci anni fa con lo scopo di ottenere ceppaie da destinare a usi differenti. Sono sempre state coltivate in vaso salvo un periodo di due anni in cui sono state messe in campo per accelerarne la crescita.  
Le piantine più piccole invece sono state ottenute da una semina effettuata nel 2004. Dopo la semina, le piante in questione, non sono mai state travasate in vasetti singoli e sono sempre state concimate in maniera leggera, proprio per mantenere le dimensioni ridotte.



Si inizia il lavoro. Come prima operazione si cerca il gruppo che diventerà il leader della composizione. Si decide di utilizzare quello ritratto nella foto poiché presenta un buon nebari con radici raggiate e una buona dimensione dei tronchi.



Dopo averne pulito e potato le radici, il nostro leader è posto nel vaso per poterne decidere il fronte e l’inclinazione corrette e poter cosi scegliere il secondo gruppo.



Avendo a disposizione tanti materiali diversi, riesco a trovare un gruppo di tre tronchi che armonizza perfettamente con il leader. 



Anche guardando dal lato destro, i tronchi si presentano in perfetta armonia.





particolare del nebari del gruppo…
                                                               




A questo punto si preparano alcune piantine piccole che  vengono inserite  sul lato destro e sul retro verso sinistra. Secondo me, perché un boschetto sia veramente evocativo, è importante che la differenza di diametro tra i tronchi più grossi e quelli più piccoli all’ interno della composizione sia elevata. Questa è una condizione necessaria per dare profondità e maestosità ad un boschetto, condizione  che permette anche di ricreare l’effetto che si ha quando si osserva una foresta in natura. Qui, infatti, anche se tutti i tronchi hanno all’incirca lo stesso diametro reale, otticamente appariranno molto diversi a seconda che siano vicini all’osservatore oppure lontano quindi, un boschetto dove i tronchi sono tutti simili potrà risultare piatto e poco credibile.
                                                                 




  Il lato destro
                                                                 


IL lato sinistro. Si noti come le piantine più piccole vengano posizionate leggermente distanziate dai tronchi più grossi per enfatizzare il senso di profondità.






A questo punto si può iniziare a mettere il terriccio (composto da akadama e pomice in parti uguali e un piccolo quantitativo di lapillo grosso e kiriu).Tutti i tronchi sono stati fissati in modo che mantengano la posizione che gli è stata data e il tutto è stato fissato saldamente al vaso. Sul fondo del vaso, come strato di drenaggio è stata messa la stessa miscela usata per coprire le radici. Con il bastoncino di bamboo si fa penetrare bene la terra all’interno del pane radicale.
                                                         



      
Ecco il risultato finale dopo aver eseguito una leggera potatura dei rametti presenti sui tronchi più grossi  e aver coperto la superficie del terriccio con dello sfagno umido e finemente sminuzzato
                                                                   



Questa foto è dell’ autunno 2008 ed è cosi che il boschetto si presenta dopo la caduta delle foglie. Durante l’estate più volte è stato potato e defogliato in maniera leggera per regolare il vigore di crescita.





Dopo la potatura. Avendo a disposizione molti germogli nuovi si possono eliminare tutti i rametti inutili iniziando cosi a definire la ramificazione di base.

                                                                


 Ecco come si presenta il boschetto nel febraio 2011….